il primo dispositivo di digitalizzazione low cost per l’ortopedia capace di trasformare un tablet in uno scanner 3D
Officina Ortopedica Maria Adelaide – realtà torinese specializzata nella realizzazione di apparecchi ortoprotesici – è la prima azienda italiana ad aver adottato lo Structure Sensor di Rodin4D, un’innovativa soluzione di digitalizzazione low cost capace di trasformare la telecamera di un tablet in un pratico e funzionale scanner 3D.
Grazie a questa nuova tecnologia si potranno costruire ausilii ortopedici su misura con la massima precisione e accuratezza e senza la necessità di alcun contatto sul paziente.
Un dispositivo portatile, leggero e dall’utilizzo semplice e intuitivo: è sufficiente infatti collegare questo strumento a un’Ipad per amplificarne le funzionalità della telecamera integrata.
Inoltre, grazie all’installazione completamente gratuita dell’APP Captevia, si potranno generare e registrare i file 3D della digitalizzazione connettendosi direttamente con il software di rettifica Rodin4D per poter lavorare subito con l’“impronta” digitalizzata.
La funzione è duplice: sarà possibile realizzare apparecchi ortopedici su misura, eseguendo scansioni in maniera rapida e precisa e, al contempo, senza effettuare interventi invasivi nei confronti del paziente. Un’innovazione importante per il mondo dell’ortopedia che grazie all’uso di questo dispositivo non solo potrà ottimizzare i tempi e i modi di realizzazione di protesi, corsetti e altri tipi di ausilii ma potrà farlo con un investimento minimo.
“L’utilizzo del dispositivo è molto semplice e immediato – spiega il Prof. Marco Brayda – Bruno, Medico Chirurgo, Direttore Chirurgia Vertebrale III - Scoliosi presso l'IRCCS Galeazzi - poiché è sufficiente far ruotare di 360° il paziente su una pedana oppure girarci attorno per effettuare la scansione della porzione di corpo per la quale si deve costruire l’eventuale corsetto o tutore. Lo Structure Sensor consente la massima precisione: un elemento determinante, quest’ultimo, ogni qualvolta si debba costruire un tutore che si inserisca su una parte del corpo, corsetti per le scoliosi, invasi per le protesi per gli arti amputati, e tutte quelle protesi che devono perfettamente combaciare con una parte anatomica del corpo.
L’impiego di questo dispositivo ha inoltre ridotto notevolmente i tempi di realizzazione di ausilii e tutori, in quanto consente di eliminare una serie di procedure che in passato erano necessarie: prima fra tutte la creazione di un calco gessato che, a sua volta, veniva riempito di materiale simil-plastico che indurendosi riproduceva la forma anatomica ricercata. Una procedura che, oltre a essere lunga, risultava anche abbastanza fastidiosa per il paziente, che doveva subire la costruzione di una valva gessata per il calco, successivamente tagliata con una sega circolare e rimossa. Oggi, invece, la tecnologia digitale ci consente di rilevare la forma anatomica del paziente e di programmare la forma dell’ausilio sul computer che trasferisce direttamente l’informazione alla macchina utensile. Il passaggio successivo è la modellazione del grezzo che viene poi applicato al paziente, per essere infine rifilato e modellato”.